Basilicata, di Gerardo Sassano – Rovesciare la piramide: l’ambiente ed i cittadini al vertice nel Parco Fluviale del Basento


Ettore Forestiere siepe – Olio su tela, 2005, misure 120×120 cm

Il nostro collega Gerardo Sassano ci ha gentilmente inviato un articolo che pubblichiamo con molto piacere. L’articolo ci descrive il progetto per la valorizzazione paesaggistica di una porzione di territorio minacciata dalla speculazione edilizia, che corre lungo il fiume Basento in Basilicata. L’articolo, come il progetto, è stato composto con la passione di chi si occupa di paesaggio per affinità con il mondo che lo circonda, con la vita, con l’ambiente.
Ci sentiamo poi particolarmente vicini a coloro che hanno partecipato a questo progetto perché anche noi abbiamo presentato un progetto riguardante un’area fluviale nel 2009, la tesi UNDERTREES, che se parte da un presupposto di natura economica produttiva, cerca di arrivare ai medesimi risultati.

Francesco Tonini


PARCO FLUVIALE DEL BASENTO
di Gerardo Sassano

Alberi invece che cemento. Alberi e prati al posto dell’amianto.
Spazi per la collettività invece che cubature.
Perché non vederla così, perché non provare a “rovesciare la piramide” e mettere, almeno per una volta, l’ambiente ed i cittadini al vertice invece che i profitti dei costruttori? Perché non provare ad avere una visione diversa della città di Potenza?
Facile parlarne, troppo facile enunciare principi astratti. Lo sanno fare tutti, e molti lo fanno.
Bisogna essere concreti per non cadere nel qualunquismo.

Questa, grosso modo, la sostanza degli incontri che nell’autunno del 2010 noi di WOP Architettura e Paesaggio avevamo con Antonio Nicastro, blogger e ambientalista, circa il futuro della nostra città.
Quello che presentiamo è un nostro punto di vista, uno scenario che immaginiamo, tra gli infiniti possibili, per la nostra città. E’ una riflessione, un desiderio, una provocazione. E’un pensare ad alta voce con il linguaggio che ci è proprio, quello dell’architettura.
Abbiamo deciso di lavorare su di un’area a ridosso del fiume Basento, da diversi anni al centro della riflessione architettonica ed urbanistica della città di Potenza. L’area divenne, alla fine degli anni ’60, sede della Cip Zoo, un grande allevamento di suini, ed è attualmente in disuso e in stato di totale abbandono.
Fra le varie criticità del sito vi è quella ambientale legata, fra l’altro, al mancato smaltimento di centinaia di metri quadrati di coperture in amianto.
Le interpretazioni che si sono date sino ad ora a quest’area hanno posto l’accento sulla sua strategicità: in termini topografici, e quindi infrastrutturali -per la sua posizione a ridosso del raccordo autostradale Potenza-Sicignano, dell’uscita Potenza Centro, del Ponte Musmeci, della Stazione Potenza Centrale- ed in termini costruttivi. E’ a tal proposito del tutto superfluo ogni riferimento all’enorme valore edificatorio dell’area. Tanto superfluo che non ci si è quasi mai chiesto “se” costruirci qualcosa, ma “cosa” costruirci.
E se non ci costruissimo niente? Se trasformassimo il potenziale economico in potenziale ambientale e sociale?
Queste le premesse di ciò che ora, dopo circa un anno di lavoro, presentiamo.
L’idea è quella di un grande parco urbano, di un luogo all’aperto dove poter trascorrere il tempo libero. Un luogo dove poter svolgere varie attività: dalla pratica sportiva al gioco, dalla didattica ambientale al giardinaggio partecipato, dagli spettacoli all’aperto alle semplici passeggiate nel verde. In poche parole è un luogo per la collettività, concepito allo scopo di migliorare il benessere psico-fisico di chi lo frequenta.
Il parco ha un’estensione di circa 87000 mq, di cui circa 35000 alberati. Oltre alla conservazione degli alberi esistenti, se ne prevede la piantumazione di altri 800.
Un percorso in terra battuta si sviluppa longitudinalmente al lotto, e su di esso si innestano i diversi ambiti funzionali del parco.

Le Porte Ovest ed Est.
Sono ubicate ai due estremi del lotto e rappresentano gli ingressi principali al parco. Sono costituite ciascuna da una piazza ovale sulla quale si apre, in forma di semiluna, un piccolo edificio destinato ad info-box, noleggio attrezzature (pattini, bici etc.), punto ristoro, servizi igienici. Ciascuno dei due crescenti è ricoperto da vegetazione, in maniera da configurarsi come una collina artificiale.

Il Prato Ovale.
E’ lo spazio libero più vasto del parco, costituito da un grande prato di circa 10000 mq attorno al quale corre una pista per running. E’ uno spazio che può essere fruito in maniera flessibile: per praticare sport a corpo libero, giocare a pallone o, semplicemente sdraiarsi e leggere un libro o prendere il sole. Alle spalle del Prato Ovale, sfruttando un rilievo artificiale, si apre una cavea dalla quale si possono eventualmente seguire le attività svolte sul Prato. In questo modo è possibile utilizzare il Prato Ovale per concerti o spettacoli di vario genere.
I Laboratori del Parco.
Sono tre piccoli edifici che hanno dimensioni, proporzioni e posizione di alcuni dei capannoni della Cip Zoo. Non si è ritenuto opportuno conservare gli edifici originari. Tuttavia si è pensato di costruire tre edifici che rappresentassero visivamente una “traccia” del passato. Non è una semplice citazione formale: è un modo per mantenere la memoria del luogo. Non a caso si è pensato di adibirne uno a Museo dell’Area del Parco (M.A.P.): uno spazio espositivo che racconti la storia del Parco e le trasformazioni del paesaggio della valle del Basento. Un altro edificio ospiterà laboratori per la didattica ambientale, ma anche sedi di associazioni ambientaliste, corsi di giardinaggio e botanica. L’ultimo, infine, sarà dedicato alle arti ed alla musica, con laboratori, aule attrezzate, sale prova etc. In tutto la superficie coperta dei tre edifici sarà di 1800 mq.

La Piazza dei Giochi.
E’ un’area di 6300 mq concepita per il gioco, non solo dei più piccoli. Oltre infatti a spazi protetti per bambini, si è voluto creare un vero e proprio playground, dove sarà possibile non solo giocare ma anche pattinare, andare sullo skate etc. Per garantire la massima sicurezza si è pensato ad una pavimentazione antitrauma in gomma riciclata.

La Piazza degli Sport.
Un’area di pari dimensioni e forma ospita campi per il volley, il beach volley, il basket e lo street basket. Anche qui la pavimentazione è in gomma riciclata antitrauma. Una piccola cavea funge da tribuna per poter seguire ciò che avviene sui campi o, più semplicemente, per riposarsi.

Il Lago.
In realtà si tratta di un piccolo bacino di fitodepurazione, dell’estensione di circa 1400 mq, che permetterà di raccogliere e depurare non solo le acque piovane ma anche le acque reflue provenienti dai servizi dislocati nel parco. Dopo il processo di depurazione le acque del Lago possono essere utilizzate per irrigare gli alberi e le piante del Parco. Dalle necessità pratiche di smaltire le acque e di irrigare le superfici verdi, prende quindi forma un elemento del paesaggio del Parco. Valori ecologici si coniugano in questo modo con valori paesaggistici: ciò che è “bello” è anche, e soprattutto, utile.

I Giardini dei Colori.
E’ un’area di circa 1600 mq che si è pensato di destinare suddividere in più giardini tematici. Giardini floreali con colori e periodi di fioritura differenti, giardini per le farfalle, con piante erbacee che attirano particolarmente le farfalle giardini dei profumi sono alcuni esempi che potrebbero trovare posto in quest’area. Altre idee sono quelle di realizzare dei piccoli giardini-esposizione temporanei o, ancora, dei piccoli giardini a cura diretta degli utenti del Parco.

Gli Orti del Parco.
Sono delle piccole aree destinate all’esposizione a scopo didattico e ornamentale di piante localmente coltivate ed usate nell’alimentazione tradizionale. Anche in questo caso, come per i Giardini dei Colori, sarà possibile coinvolgere direttamente gli utenti nella cura delle aree. Gli Orti potrebbero trasformarsi in un vero e proprio luogo di scambio di conoscenze tra generazioni, uno spazio dove gli anziani possono insegnare alle nuove generazioni alcune semplici pratiche della cultura contadina.

Le Piccole Dolomiti.
Si tratta di un banco roccioso artificiale da utilizzare come parete attrezzata per arrampicata sportiva. Le superfici da arrampicare sono pensate per avere diversi gradi di difficoltà, così come variano le altezze e le inclinazioni delle pareti. Oltre ad essere utilizzate per il climbing, le superfici delle Piccole Dolomiti saranno a disposizione dei writers locali che potranno esprimersi liberamente. Il risultato, sempre provvisorio ed in divenire, sarà nello stesso tempo una palestra all’aperto ed un’opera d’arte tridimensionale.

Lo Skatepark.
Si è pensato alla realizzazione di una grande pool immersa nel verde dove praticare lo skateboarding. La superficie utile è di circa 320 mq e, come per le Piccole Dolomiti, sarà interamente disponibile ad essere utilizzata anche dai writers.

Parcheggi.
Si è pensato ad un’ area parcheggio in un lotto esterno all’area del Parco, adiacente al campo della FIGC. La superficie da destinare a parcheggi è di circa 5200 mq, per un totale di 180 posti auto. Questi sono protetti da tettoie fotovoltaiche per una superficie di 1600 mq, in grado di sviluppare una potenza di picco di circa 200 KW.

Il lavoro si è svolto nell’arco di poco più di un anno, ed è stato portato avanti, nei ritagli di tempo e non solo, da un gruppo eterogeneo di professionisti: arch. Antonio Graziadei, dott. for. Alberto Petrone, arch. Gerardo Sassano, ing. Michele Scioscia, dott. arch. Valentina Ungaro. Si è detto che è stato inteso come una riflessione sulla città, su come ci piacerebbe che fosse. Non ci sembra inutile sottolineare che il lavoro è stato completamente volontario e l’unico compenso è stato quello di mettere alla prova ed accrescere le nostre competenze professionali.
Come si diceva prima questa proposta è stata una riflessione ad alta voce che ci ha portato ad una conclusione; provvisoria, incompleta ma pur sempre una conclusione che ora offriamo alla collettività.
Quello che ci auguriamo, adesso, è che il nostro punto di arrivo possa costituire un punto di partenza per altre riflessioni. Che sia ora la collettività ad esprimere i suoi punti di vista, le sue critiche e le sue soluzioni.
Non ci aspettiamo che sia realizzato “questo” parco, ma che chi vive a Potenza cominci a chiedere agli amministratori spazi pubblici per una migliore qualità della vita.

2 pensieri riguardo “Basilicata, di Gerardo Sassano – Rovesciare la piramide: l’ambiente ed i cittadini al vertice nel Parco Fluviale del Basento”

  1. Complimenti per il progetto, ma soprattutto per lo sforzo concreto e la volontà di credere ad un cambiamento di rotta. Faccio parte di uno studio fondato da poco e sento che in questo tempo esiste una comune sintonia nel pensare che è arrivato il momento di “rovesciare la piramide” in molti luoghi del nostro paese.
    Noi saremo pronti.

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