Il Parco della Torre del Fiscale nel IX Municipio

Progettista: Coordinamento generale paesaggistico Municipio IX: arch. Mirella Di Giovine; Responsabile del procedimento Municipio IX: arch. Vincenzo Riccobono, arch. Rossella Caputo, arch. Paola Scialla; Direzione lavori V. Riccobono, geom. R. Marchetti, geom. V. Colosimo; Progettisti recupero Casale: M. Guglielmotti; Progetto architettonico strutturale Stalla ed aree esterne: S. Paolini, S. Pompei, M. Storchi, Martini architetti.

Luogo: Parco Regionale dell’Appia Antica, Roma

Committente: Comune di Roma – Municipio IX

Superficie: 110.000mq circa

Anno: 2010

Fotografie: Franco Panzini

Campus Barbaricus. Già la denominazione del luogo incute una certa reverenza anche a chi il latino non lo conosca. Il ricordo della denominazione antica, a lungo sopravvissuta, è legata a eventi non proprio lieti per la città. Qui nel 537 i Goti che assediavano Roma sfruttarono la particolare configurazione del tracciato di due acquedotti, che si incrociavano due volte in 300 metri, formando all’interno uno spazio a forma di fuso di oltre due ettari. Chiusero i fornici e trasformarono quell’ambito in una sorta di castello fortificato dal quale si potevano controllare le vie Latina e Appia e impedire che Roma assediata ricevesse rifornimenti. Della medesima utile dotazione approfittarono secoli dopo anche i Normanni, anch’essi all’assedio di Roma. Su un’incrocio degli acquedotti, si alzò poi in età medievale la alta Torre del Fiscale, nome che veniva dall’appartenenza al tesoriere pontificio. Quell’insieme di antiche pietre che si elevavano fra pigre ondulazioni campestri, formarono uno degli scorci più pittoreschi della campagna romana. Di quelli che sorprendevano i viaggiatori al loro avvicinarsi alla città eterna. Come accadde allo scrittore francese Henri Beyle, meglio noto con lo pseudonimo di Stendhal, che nel 1827, in occasione di uno dei suoi tanti viaggi a Roma, scrisse:

Traversammo quelle campagne deserte e quella solitudine immensa che si stende intorno a Roma …. la maggior parte dei punti di vista sono dominati da qualche avanzo di acquedotto o da qualche tomba in rovina, che danno a questa campagna romana un carattere di grandezza senza paragoni”.

Quella Campagna romana che Stendhal definiva ‘senza paragoni’ non c’è più, c’è poco da illudersi al proposito. Ma va guardato con il massimo apprezzamento ogni iniziativa rivolta a salvaguardare i rari lacerti superstiti, che possono evocare la memoria di quello che fu uno dei paesaggi culturali più straordinari del mondo e fra i più fertili dal punto di vista dell’ispirazione trasmessa a letteratura, pittura, arte dei giardini.

Allora benvenuto sia il nuovo il nuovo “Parco di Torre del Fiscale”, inaugurato nello scorso dicembre 2010, che racchiude un frammento di quella campagna che aveva visto sorgere il Campus Barbaricus; e molta gratitudine a tutti coloro che hanno a lungo lavorato per la sua realizzazione.
L’area verde pubblica, inserita nel Parco Regionale dell’Appia Antica è stata sistemata  in collaborazione fra Comune di Roma e IX Municipio ed il progetto è stato coordinato, per gli aspetti paesaggistici, da Mirella Di Giovine.
Lo si può raggiungere da Via Appia Nuova, da via del Quadraro, o da vicolo dell’Acquedotto Felice, al termine del quale si trova uno dei due casali inclusi nell’area che contiene un punto informativo aperto la domenica. Si scoprono allora i resti di ben sette acquedotti che attraversavano il sito, la svettante torre, una cava di tufo. Il tutto fra distese di pratoni rustici e reminiscenze dell’uso agricolo: un oliveto un piccolo vigneto, un orto didattico gestito dalle associazioni locali. Percorsi pedonali e ciclabili attraversano con discrezione l’area, che va però scoperta per via della sua conformazione frammentaria, il che aggiunge fascino alla visita.
Chi al passato lontano preferisca invece la meno eroica storia recente, sarà deliziato dallo scoprire la scena quasi pasoliniana in cui il parco si colloca; la ferrovia Roma-Napoli che lo costeggia; il complesso INA Casa noto come Unità di abitazione orizzontale Tuscolano, dell’inizio degli anni Cinquanta, che fa quinta fondale; e poi canneti, campi di calcetto e di carciofi, frequentati viottoli campestri di misteriosa origine, sottopassi ferroviari, casette abusive con giardinetti e cani latranti non sempre alla catena. Un insieme di potente suggestione, che fa perdonare anche alcune scivolate, come i lampioni belle époque messi a illuminare il viale di accesso al casale.

Yes, very picturesque dirò ai miei amici stranieri che porterò in visita a frotte.

Non un parco urbano allora, ma molto di più, un intero palinsesto di paesaggi. Un intreccio di storia, natura, agricoltura, sviluppo urbano, ricomposto con molta discrezione in una suggestiva nuova campagna romana: un brano ritrovato di quel paesaggio che aveva fatto amare l’Italia nel mondo. E anche qualcos’altro, la considerazione che Roma riserva ancora lezioni, anche su temi che paiono di assoluta contemporaneità; ecco uno straordinario esempio (e di lunga data) di coesistenza fra città e campagna, alla faccia degli orti planetari e del patetico urban farming in terrazzo.
Al parco è andato il “Premio Mediterraneo del Paesaggio – Paesaggi periurbani”, concorso internazionale bandito nell’ambito del progetto comunitario “Paysmedurban”.
Il parco gode di una larga partecipazione civica e della presenza di molti eventi, organizzati dall’associazione onlus “La Torre del Fiscale “, che nel suo sito web informa delle diverse attività.

Franco Panzini

4 pensieri riguardo “Il Parco della Torre del Fiscale nel IX Municipio”

  1. a distanza di molto tempo leggiamo solo ora questo bell’articolo scritto qualche anno fa quando il nostro progetto di riqualificazione del parco di Torre del Fiscale è risultato vincitore del premio Paysmedurban, a distanza di tempo l’associazione La Torre del Fiscale che opera e lavora su questo territorio sta cercando di migliorare e di rendere ancora più piacevole e attrattivo questo luogo con attività culturali, visite guidate, laboratori e con la cucina del Casale ristoro. Grazie
    La Torre del Fiscale Ass.

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  2. L’ho visitato venerdì scorso, è vero Roma riserva ancora lezioni :”uno straordinario esempio (e di lunga data) di coesistenza fra città e campagna, alla faccia degli orti planetari e del patetico urban farming in terrazzo.”

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